Fa perdere centimetri di girovita e peso. Le persone con problemi cardiovascolari devono fare particolare attenzione all’indice glicemico dei carboidrati che consumano.Carboidrati che si assorbono lentamente, aumentando la glicemia poco a poco: sono questi gli «amici» della dieta di chi ha qualche problema cardiovascolare, come coronaropatie o ipertensione.
Lo ha spiegato una ricerca presentata all’EuroHeartCare Congress, secondo cui un’alimentazione che punti sui cibi a basso indice glicemico è la migliore per i pazienti ad alto rischio cardiovascolare perché è la più adatta a fare perdere centimetri di girovita e peso.
CHE COS’È L’INDICE GLICEMICO
L’indice è un numero che indica quanto il consumo di un alimento che contiene carboidrati aumenti la glicemia in rapporto a quanto la farebbe innalzare un carico fisso di glucosio, indicato convenzionalmente con 100:
una caramella ha un indice glicemico alto, perché il glucosio va subito nel sangue
un ortaggio ricco di carboidrati complessi lo ha basso.
Un cibo con alto indice glicemico comporta un picco insulinico e poi un drastico calo dello zucchero nel
sangue, che innesca la fame per reintrodurre energia;
con l’assorbimento più lento di un cibo a basso indice glicemico il picco di glicemia e di insulina è inferiore,l’immissione in circolo dell’energia avviene in tempi più lunghi e quindi la fame si tiene a bada per un periodo maggiore, riuscendo allo stesso tempo a dare benzina adeguata a tutti gli organi.
La glicemia resta più stabile e la mancanza di picchi fa bene al metabolismo: si riduce lo stress per il pancreas, che non èsottoposto a superlavoro per produrre dosi elevate di insulina tutte insieme, diminuisce il rischio di resistenza dei tessuti all’insulina stessa (perché se ne circola sempre troppa nei dopo-pasto muscoli e organi possono far fatica a rispondere a dosaggi più bassi e naturali), scende la probabilità che il glucosio di troppo venga immagazzinato come grasso.
GLICEMIA STABILE ANCHE PER DIMAGRIRE
Per il benessere metabolico e anche per dimagrire la glicemia insomma deve restare più o meno stabile: la
macchina-corpo non è fatta per mangiare zollette di zucchero che danno «bombe» di energia in eccesso, conun effetto tutto e subito, ma per introdurre carboidrati complessi da assimilare piano piano per rilasciarealtrettanto lentamente l’energia.
CARBOIDRATI ASSOCIATI ALLE FIBRE
L’assorbimento del glucosio rallenta se i carboidrati complessi sono associati alle fibre, che non possiamo
usare come fonte energetica ma servono come cibo per i batteri intestinali, contribuendo alla salute generale perché fanno crescere soprattutto i germi «buoni»: i cereali raffinati, privi di fibre, sono perciò più simili aicarboidrati semplici rispetto agli stessi cereali in versione integrale, ricca di fibre. Oltre ad associare pane epasta alle verdure, per rallentare l’assorbimento è utile anche mangiare il riso, il farro o l’orzo in chicco anziché sotto forma di pane o pasta di riso, farro, orzo, perché il cereale intero va masticato più a lungo ed è più «duro» da digerire, a tutto vantaggio della stabilità della glicemia.
CONTA ANCHE IL CARICO GLICEMICO
Naturalmente conta anche il carico glicemico: mangiando tantissimo di un cibo con un basso indice glicemicosi può avere comunque un carico eccessivo di zuccheri da gestire, un morso di pizza ad alto indice glicemicoin una giornata «virtuosa» invece non farà troppo male al metabolismo. (Salute, Corriere)
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